DISTANZA 40 Km
DISLIVELLO 2200 m.
DIFFICOLTÀ Molto Impegnativo
Chiusaforte si trova lungo la Statale 13 salendo da Gemona d. Friuli verso Tarvisio. Uscita autostrada Alpe Adria A23 Pontebba oppure Carnia/Tolmezzo.
DESCRIZIONE PERCORSO:
Dal parcheggio con casa dell’acqua vicino al viadotto blu della A23, si sale sulla ciclabile e si va verso il paese di Chiusaforte. Caffè alla vecchia stazione dei treni dove c’è Fabio che vi saprà dare notizie sullo stato dei sentieri. Si attraversa la Statale e si sale la val Rqaccolana. Galleria in discesa e rampetta in salita e poi al primo bivio, dopo un ponte, si va a sinistra con indicazioni Chout Michieli e Patocco. All’inizio la salita è comoda, poi al primo bivio si va a sinistra facendo un tornante. Da qui si fa ripida, attraversando i borghi di Chiout e arrivando al parcheggio di Patocco. Sopra le case c’è un sentiero/mulattiera che va verso una presa dell’acquedotto. Appena prima di una briglia si sale a sinistra per sentiero. Inizia qui una parte a spinta di circa 25 minuti, intervallata da qualche tratto ciclato (faticoso). Non esagerare volendo pedalare a tutti i costi. Arrivati al bivio con la via alta che arriva dall’altopiano del Montasio, si va a sinistra lungo il sentiero 620. Sarebbe tutto ciclabile , ma l’incuria e sopratutto l’incendio dell’agosto 2013 costringono a qualche passaggio a piedi. Si oltrepassa forcella Galandin e si prosegue verso il bivio per il Cuel da la Barete. Stessa musica, sentiero bellissimo ma intervallato da passi con bici al fianco. Qualche breve tratto è caratterizzato da una forte esposizione, che sconsiglia le scivolate o distrazioni. Un paio di passi solamente ma da affrontare solo se in possesso di esperienza di escursioni. Si arriva, dopo aver oltrepassato un paio di frane e un bivacco con telo verde, ad un impluvio dove si notano due cartelli segnavia CAI indicanti uno la direzione da cui arriviamo e uno Val dogna e ciuc Barete. Dobbiamo invece scendere circa 5 metri per la massima pendenza a sinistra per cespugli o per l’alveo del torrente per intercettare un sentiero che non si nota subito causa frana. Il sentiero corre verso destra e in estate è piuttosto inerbato. Non è proprio godurioso visti i numerosi sassi, alberi smottamenti, ma neanche orrendo. Anzi qualche tratto di S2/S3 lo rende decisamente interessante. La parte bassa, quella che arriva a Cadramazzo è invece troppo ripida e scalinata e obbliga al portage un paio di minuti. Si atterra sulla ciclabile e la si percorre fino a Dogna. Si scende in paese e ci si porta sulla Stalale direzione Sud . Dopo pochi metri si sale a destra su asfalto attraversando un paio di frazioni. Dopo Plagnis la strada si fa in saliscendi fino a Costa Molino, poi salita fino a case Trogul. Da qui si cicla su sentiero , ignorando il primo bivio che va sul Montusel e prendendo il secondo a destra in salita ( 427) verso forcella Agar da lis Tais. Andando dritti si andrebbe a forcella Patoc ma è dismesso/franato. La salita è caratterizzata da una prima parte ciclabile ( faticosa!) fino ad un torrente con un armadio metallico lungo il sentiero. Da qui si porta/spinge per altri 30-40 minuti. Una serie di tornanti concede di pedalare ai più volenterosi. Visuale su Montasio, Sart, Canin che merita una sosta. Arrivati in forcella ( da Trogul calcolate circa un’ora) si segue il sentiero che piega a sinistra e giunti allo stavolo bisogna abbandonare il sentiero che prosegue verso la cresta e piegare a destra in discesa proprio sotto il rifugietto . Pochi metri sul prato ci conducono a un sentiero che scende comodo a tornantini nel bosco. Picchiata nel bosco su ottimo sentiero fino al torrente. Qui bisogna portare per 5 minuti perchè le montane hanno fatto danni. Poco sotto il sentiero si riprende sulla sinistra orografica e si torna in sella per un’altra cavalcata spaziale fino ad un tunnel in mezzo ai noccioli. Subito dopo, prima degli stavoli Polizza si va a destra su sentiero segnalato in saliscendi. Si passano dei manufatti di cemento ( acquedotto?) e si prosegue verso lo stavolo Sterpeit. Discesa divertente a tornanti fino alla strada asfaltata di Roveredo. Rientro alla macchina pianeggiante.
UNA PANORAMICA SUL GIRO
L’itinerario è diviso in due parti. La prima dura circa 3 ore ed è caratterizzata da una salita ripida su asfalto, poi un sentiero da spingere di 25 minuti e poi una attraversata e una discesa (S2-S3) abbastanza ciclabili ma che obbligano a qualche passo a piedi. La zona di Galandin presenta passaggi molto esposti dove il sentiero è stretto e sotto c’è un bel salto. Niente di difficile ma lo sconsiglio a chi ha vertigini e non è avvezzo alle escursioni di un certo livello.
La seconda parte presenta una salita ripida su asfalto, poi un traverso e una salita da spingere piuttosto lunga e poi una discesa molto bella e facile S2 .
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